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giovedì 13 ottobre 2011

Il “Mistero” della buona e cattiva divulgazione

A “Mistero” il mammut del Berezovka e la fine del mondo.
di Stefano Todisco


Il 2 ottobre 2011, la trasmissione televisiva Mistero, in onda su Italia Uno, ha trattato un argomento quanto mai scottante e interessante, sostenendo però in quell’ambito una teoria abbastanza “bizzarra”, basata per giunta su un discutibile connubio tra fanta-archeologia e pseudo-scienza.

Dato che la Tv dovrebbe dare informazione concreta e reale, questo episodio a nostro avviso rappresenta un fatto abbastanza grave; non è infatti educativo che i media diffondano messaggi assai allarmistici senza supportarli con dati scientifici certi, bensì puntellandoli con ipotesi prive di copertura fattuale; ma ancor più grave è quando queste notizie vengono “avvalorate” avvolgendole con un velo di scientificità richiamato nelle premesse, come hanno fatto il conduttore Bossari e lo scrittore Capone. Nella trasmissione essi hanno infatti voluto sostenere la credibilità di una fantomatica teoria circa la “fine del mondo” o un “evento approssimativamente apocalittico e di portata astronomica” - conseguente all’allineamento di vari pianeti del sistema solare -, che porterebbe alla manifestazione di anomalie geomagnetiche sul finire dell’anno 2012 o al massimo per l’inizio di quello successivo.

La tesi di Bossari e Capone prendeva le mosse dal fatto che agli inizi del XX secolo, lungo le rive del Berezovka (attuale penisola di Kola, Scandinavia – Russia), fu rinvenuto un mammuth (di cui non è stata segnalata la specie esatta, cosa non da poco dato che ne esistono ben 11 diverse, distinte a seconda dei climi e delle caratteristiche fisiche dell’animale) congelato e nel cui stomaco erano presenti residui di cibo; dimostrazione di una digestione interrotta apparentemente in maniera improvvisa e per un inspiegabile motivo. La spiegazione fornita nella trasmissione era quella di un’immediata e repentina glaciazione che lo aveva surgelato all’istante!

Cercando in rete notizie circa il ritrovamento (alquanto lacunose sono le circostanze e i rapporti sulla scoperta) si evidenzia però come il cibo non digerito consistesse in un arbusto della famiglia delle Ranucolacee che, come molti sanno, contengono una tossina (la protoanemonina) dannosa per uomini e per animali, anche di grandi dimensioni, se ingerita in grandi quantità. Il veleno di questa pianta provoca infatti problemi cardio-respiratori e paralisi muscolare.

L’animale potrebbe essere quindi deceduto per avvelenamento da quella pianta (ecco dunque la digestione interrotta dalla morte); anche il semplice clima temperato del luogo, dove si alternano gelate notturne o invernali, e nel quale in seguito potrebbe essere intervenuta una successiva glaciazione (non necessariamente immediata quindi, ma dopo anni o decenni), avrebbe potuto garantire la conservazione del corpo fino alla sua scoperta, avvenuta nel 1903.

E’ così, nel giro di poche ore e con qualche modesta ricerca scientifica in rete, è stata trovata una spiegazione plausibile, e quindi non spettacolare o catastrofista, che chiarisce il “mistero” esaminato in questa trasmissione. È mai possibile, si chiederà il cittadino (anche non esperto in materia archeologica, zoologica e/o paleontologica) che una emittente televisiva tra le più seguite in Italia non disponga di personale qualificato per fare almeno questo tipo di ricerche? O forse l’ansia di inseguire audience ed effetto “terrore prossimo venturo” è l’unico faro che illumina le scelte di questi programmi?

Concludo dicendo che in questo programma (e nella spiacevole circostanza specifica) l’unico “baluardo” di scientificità era il bravo Cecchi Paone, che aborriva – come il giusto rigore divulgativo vuole – un atteggiamento “terroristico”e mistificatorio della verità; quel catastrofismo da bar che alcuni amano propinare al pubblico desideroso di stupirsi con emozionanti infondatezze fatte passare per “divulgazione scientifico-culturale”. Il rischio è che la società si abitui a un simile flusso di “non-informazione”, peraltro teletrasmessa in assenza di moderatore e contraltare, e finisca per assorbirla passivamente senza opporre rifiuto o critica alcuna, divenendone influenzata a tal punto da non distinguere più vero da falso. E la fantasiosa ipotesi diventa “verità” condivisa.

L’entourage di Mistero non è andato troppo lontano da questa nefasta deriva, tenendo conto che la trasmissione in questione non annoverava nemmeno una figura accademica seria e dalle provate qualità scientifiche quale contradittore.

La facezia del povero elefantino surgelato all’istante, spacciata per informazione scientifica seria, ha sicuramente l’effetto (forse anche lo scopo?) di distogliere gli spettatori da tematiche e problematiche reali, di carattere sia ambientale sia culturale sia scientifico, creando però condizioni per la nascita di paure immotivate e panico collettivo.

Questa redazione, e crediamo anche il mondo accademico, crede nella scienza e nel suo carattere probatorio. Non siamo contrari alle ipotesi, neppure alle più fantasiose e spettacolari, ma desideriamo che vengano si enunciate, ma contemporaneamente discusse da addetti ai lavori e con dati scientifici alla mano.

Fonte: Archeorivista

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