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martedì 25 marzo 2014

Conferenza, video e mostra sulle statue di Monte Prama

Conferenza, video e mostra sulle statue di Monte Prama
di Pierluigi Montalbano



Video di Giancarlo Musante realizzato al museo di Cagliari


Dopo una lunga attesa, sabato 22 marzo, è stata inaugurata nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e nel Museo Civico di Cabras i Giganti di Monti Prama, una doppia mostra delle uniche statue che il mondo nuragico ci ha restituito, insieme ai modelli di nuraghi e betili che si trovavano a fianco e dietro di esse.
Oggi alle ore 17.00, a margine delle mostre, presso l'aula magna dell'Università di Quartu, illustrerò con l'ausilio di video e immagini la storia degli scavi, l'interpretazione del sito e delle sculture, le ipotesi correnti sull'ideologia dei committenti nuragici e le tecniche di esecuzione da parte dei maestri artigiani della pietra.

Curate dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano, le mostre espongono i Kolossoi (nome dato da Giovanni Lilliu) rinvenuti nell'Heroon di Monte Prama, l'area funeraria e monumentale che rappresenta una delle scoperte più straordinarie del secolo, considerato il numero, la particolarità dei reperti e il significato culturale dell’intero contesto.
Allo stato attuale l'area di Monte Prama rappresenta la monumentalizzazione di un sepolcro, un sito in cui celebrare gli antenati-eroi attraverso l’esaltazione della potenza e della grandezza, quali valori di una ristrettaélite di popolazione: l’aristocrazia del popolo nuragico.
Rimaste sepolte per secoli in una vasta area del Sinis, distante solo 2 km dallo stagno di Cabras e non lontano dall'area portuale di Tharros, queste maestose e possenti sculture a grandezza reale, sono state ricavate da blocchi unici di arenaria pesanti fino a 400 kg, provenienti da una cava del luogo.
Frutto di un lavoro a più mani, raffigurano gli arcieri che oltre l’arco hanno un braccio protetto da una guaina e da un guanto, gli spadaccini che impugnano uno scudo circolare finemente decorato e i guerrieri con perizoma, armati di guanto con guglie metalliche e uno scudo protettivo sopra la testa. Tutte hanno naso e sopraciglia marcati, e dei grandi occhi composti da due cerchi concentrici che esprimono potenza e magia.
Per queste caratteristiche gli studiosi ritengono che la costruzione del santuario sia da attribuire a una società che disponeva di risorse umane e materiali tali da poter esprimere con l'Heroon di Monte Prama l’appartenenza ad una classe sociale elitaria.
I dati di scavo sinora in possesso permettono di avvalorare delle ipotesi che comunque necessitano di ulteriori verifiche, essendo solo una parte di quelli che si potrebbero avere con ulteriori ricerche.
E’ certo, comunque, che questa importante scoperta costituisce una novità archeologica, non solo per la Sardegna ma anche per tutta la zona geografica compresa tra la Grecia e l'Atlantico. Per questo motivo si pone ancora il problema del suo più ampio significato, della società che è stata in grado di produrlo e dei suoi contatti con i popoli del resto del Mediterraneo.
La Mostra riserva al visitatore diverse sorprese come un sistema multimediale innovativo creato in collaborazione con il CRS4 che consente la visualizzazione particolareggiata a grandezza naturale delle statue e dei modelli di nuraghe restaurati.
Le mostre saranno aperte al pubblico a Cagliari e a Cabras tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19 (orario invernale), dalle 16 alle 20 (orario estivo) : costo d’ingresso 5 Euro.


2 commenti:

  1. Caro Montalbano, con tutto il dovuto rispetto e la stima che ho per Lei: contrariamente alla vulgata purtroppo dominante, e frutto degli ultimi cascami del nefasto pensiero del buon Lilliu, fissato con la "costante resistenziale sarda", i giganti con la civiltà nuragica non c'entrano un bel niente: quella era terminata già almeno tre secoli e mezzo prima, intorno al 1150 a.C., schiantata - probabilmente dopo un periodo di debolezza interna - dall'arrivo degli Shardana, non autoctoni, ma, come lei ben sa, pirati di origine egeo-anatolica, grazie all'uso del ferro e ad una superiore organizzazione militare.

    Cordiali Saluti
    Carlo Asili

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  2. Caro Asili, rispetto il suo pensiero al pari di tutti gli altri, ma sarebbe così gentile da raccontare, a me e agli altri lettori, quali sarebbero e dove i segni di questo nefasto passaggio cruento che spazzò via una civiltà che ancora in tutta la prima metà del I Millennio a.C. continuava a celebrare i nuragici con la realizzazione di sculture totemiche a forma di nuraghe inserite al centro delle capanne più importanti dei villaggi? Come mai gli shardana non impedirono questa usanza? Quali sarebbero gli usi e costumi shardana documentati nell'isola? La ringrazio per il tempo che vossà dedicarci.

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